6.11.2008

Benvenuti nello spazio dedicato ai Musei pavesi


Questo spazio è costruito per illustrare secondo una visione personale e descrittiva l'Università di Pavia dal punto di vista museale.
Mi sono soffermata in particolare sulle sezioni di Fisica e Medicina del Museo per la Storia dell'Università situato all'interno del Palazzo Universitario.


6.10.2008

Anche al Museo si vedono le stelle


Usciti dalla visita del Museo un esperto di astrologia ci ha mostrato come riconoscere la Stella Polare e le Costellazioni più importanti grazie ad un telone gonfiato ad aria ed un particolare proiettore. Peccato che in realtà l’iper-illuminazione delle città, renda sempre più difficile osservare le meraviglie celesti presenti nel nostro cielo. Un'esperienza che consiglio a tutti è quella di alzare la testa. D'altronde guardando la vastità della volta stellata non si può non rimanerne affascinati.









Il Gabinetto di Volta


Singolare all'interno della sezione di Fisica è la sala dedicata ad Alessandro Volta, inaugurata in occasione delle celebrazioni per il bicentenario dell'invenzione della pila (1999). Su un lato della sala, due tavoli da lavoro appartenenti allo stesso Volta ospitano alcuni degli autentici strumenti che l'inventore utilizzò per investigare le proprietà della carica elettrica e dei corpi elettrizzati: elettrofori, elettroscopi a pagliuzze ed elettroscopi condensatori, elettrometri, scaricatori, quadri di Franklin e conduttori di varie forme. Troviamo inoltre alcune copie della pila di Volta (le originali sono andate distrutte in un incendio a Como nel 1899), varie bottiglie di Leida (singole o in batteria), una macchina elettrostatica di Nairne, degli eudiometri, delle pistole di Volta e un apparecchio per lo studio della dilatazione dei gas. Al centro della sala, due vetrine contengono strumenti di meccanica e di pneumatica appartenenti al liceo "Ugo Foscolo" di Pavia: apparecchi per lo studio del moto su di un piano inclinato e per lo studio degli urti elastici, pulegge, pompe, una fontana intermittente e un apparecchio per valutare la resistenza dell’aria. Si tratta di strumenti acquistati o fatti costruire da Volta e che furono trasferiti al Liceo quando, intorno alla metà del XIX secolo, una riforma degli ordinamenti scolastici assegnò al Liceo l’insegnamento della Meccanica. Completano la collezione del Gabinetto alcuni armadi contenenti strumenti di elettrologia (bottiglie di Lane e di Leida, calamite, magneti, pile a secco), meccanica e termologia (una bilancia idrostatica di precisione, calorimetri di Laplace e di Lavoisier, termometri e barometri, un tubo di Newton), ottica (specchi, lenti, prismi, microscopi, un telescopio) e due campioni rispettivamente del metro e del kilogrammo. Non mancano le accurate descrizioni in cartaceo degli oggetti più importanti e quelle su video: due supporti nel fondo della sala illustrano il loro funzionamento oltre alle caratteristiche.

6.05.2008

Curiosi strumenti del museo


Divertiamoci a scoprire le invenzioni del passato:



ELETTROFORO
Primo esempio di macchina elettrostatica basata sul fenomeno dell'induzione.





EUDIOMETRO
Come saggiare la respirabilità dell'aria:





LA PILA
Come fornire corrente continua:





PISTOLA DI VOLTA
Antenata delle pistole moderne

Come raggiungere il museo


Palazzo Universitario - Strada Nuova, 65
27100 PAVIA
Telefono 0382 984709
Fax: 0382 29724
e-mail: museo.storico@unipv.it
Direttore: Prof. Alberto Calligaro



Visualizzazione ingrandita della mappa

Il Gabinetto di Fisica


Una svolta a sinistra dopo l'atrio d'ingresso del Museo per la Storia dell'Università ed eccoci al Gabinetto di Fisica. Ospita
una vasta collezione di strumenti, quasi tutti risalenti al XIX secolo e raccolti dai successori di Alessandro Volta alla cattedra di Fisica dell’Ateneo. Alcuni pezzi sono unici al mondo. Giuseppe Belli, che diresse il Gabinetto intorno alla metà del XIX secolo, Giovanni Cantoni e altri scienziati che seguirono arricchirono notevolmente la raccolta. Gli oggetti sono divisi in sezioni: elettrologia (la più consistente), ottica, pneumatica, termologia, meccanica, geodesia. Possiamo ammirare, per esempio, il generatore elettrostatico ad induzione (che lui chiamò "ad attuazione"), un motore magneto-elettrico, varie macchine elettrostatiche (per esempio, macchine di Bertsch, di Holtz, di Voos), strumenti per la misurazione dell’intensità e degli effetti delle correnti (un’amperometro di Thomson, un apparecchio per mostrare l’interazione tra le correnti elettriche, un apparecchio di Foucault per segnalare la presenza di correnti parassite, galvanometri di vari generi), vari strumenti di elettrologia (bobine, reostati, resistenze, condensatori, elettromegneti, elettrometri, tubi per lo studio della conducibilità dei gas) e di ottica (un apparecchio di Silbermann per verificare le leggi di rifrazione e di riflessione, apparecchi per mostrare gli anelli di Newton, cannocchiali, microscopi, polariscopi, spettroscopi, fotometri), una macchina di Atwood, pile termoelettriche e calorimetri, una caldaia di Regnault, igrometri, radiometri e vari strumenti di geodesia (teodoliti, livelle, sestanti). Troviamo infine un’apparecchio per lo studio e la cura delle patologie polmonari di Carlo Forlanini, medico pavese vissuto nella seconda metà del XIX secolo.

Sale dedicate a personaggi illustri


Sala Scarpa

Come si entra nella sala ci si accorge subito che è piena di preparati anatomici e disegni originali, in perfetto stato di conservazione. Sono stati eseguiti nella seconda metà del 1700 personalmente dallo stesso Antonio Scarpa. Alcune di queste furono oggetto di sue pubblicazioni a stampa ed hanno il significato di vere e proprie scoperte, come quelle dell’orecchio interno, dei nervi del cuore, del tragitto anatomico nelle ernie inguinali, del nervo olfattivo e del nervo nasopalatino.
Di Scarpa vi sono anche alcune lettere ed appunti firmati. In particolare si ricorda una sua autobiografia redatta forse in occasione del suo collocamento a riposo, o, come scriveva, giubillazione. Nella stessa sala è sicuramente da ammirare lo strumentario chirurgico in avorio e argento donato allo Scarpa da Napoleone I, conservato nella scansia accanto all’esemplare latino del prezioso in-folio dell’Instrumentarium chirurgicum, scritto e donato da Alessandro Brambilla a Scarpa e poi passato a Porta. Un’altra bacheca contiene alcuni dei pezzi più significativi del Museo di Storia Naturale che furono descritti e ricordati da Lorenzo Mascheroni nel poemetto Invito a Lesbia Cidonia, con un ritratto del grande matematico e poeta. In due teche sono custodite due cere anatomiche così ben realizzate da sembrare reali, capolavori di Clemente Susini. Raffigurano un uomo e una fanciulla ed illustrano il sistema circolatorio e gli organi interni della cavità toracica. Nella vetrina situata a destra della porta troviamo un preparato a secco dei reni e delle vie urinarie dello stesso Scarpa che mostra le gravi condizioni di questi organi, causa determinante della sua morte. Era d'uso ai tempi asportare gli organi che avevano causato la morte del paziente. Nella stessa bacheca, troviamo la vescica con ipertrofia prostatica, di Lazzaro Spallanzani, accompagnata dal fascicolo della Storia della malattia e della morte del profess. Spallanzani di Valeriano Luigi Brera e l’aneurisma dell’aorta che fu la causa della morte del geofisico Brunacci. Vi sono anche i plastici in cera di pustole vacciniche delle mammelle di vacca e di piedi di cavallo, fatti eseguire da Pietro Moscati; una raccolta di crani di uomini rappresentativi; come Giovanni Gorini, Giuseppe Moretti, Pasquale Massacra (pittore pavese) di Antonio Bordoni ed altri minori; e le riproduzioni in gesso dei crani di Ugo Foscolo, di Alessandro Volta, di Francesco Petrarca, di Gian Galeazzo Visconti. Nella seconda scansia a muro si trova una raccolta di preparati e relative fotografie colorate che appartenevano ad Angelo Scarenzio; una raccolta di preparazioni anatomiche di Jacopo Rezia e un suo progetto per la costruzione di un gabinetto e di un teatro anatomico non eseguito e sostituito, invece, da quello di Scarpa. Di Bartolomeo Panizza sono conservati autografi, disegni originali ed alcune tavole delle sue opere sui vasi linfatici e relativi rami e disegni riguardanti lo studio delle vie ottiche e del centro corticale visivo. La raccolta di preparati microscopici di Panizza segna il passaggio dalla osservazione microscopica in luce diretta a quella in luce riflessa. In un’apposita vetrina è esposto il plastico in cera dell’apparato uditivo umano ricostruito in base alle scoperte ed alle vedute di Scarpa, esecuzione del suo allievo Panizza. Questo plastico fu inviato all’esposizione di Londra del 1862 e riscosse molto successo. Di Mauro Rusconi ammirabili sono le illustrazioni delle sue opere, cioè riproduzioni di disegni eseguiti da lui con vero senso ed abilità artistica ed anche un bell’autoritratto. Vi è anche un interessante manoscritto firmato, che è un frammento di una lettera nel quale è esposta, dal suo punto di vista, la polemica avuta a proposito del sistema linfatico dei Rettili col Panizza, in una memorabile seduta dell’Istituto lombardo di Scienze e lettere. Tale polemica è ricordata anche dai biografi di Panizza con commento evidentemente non favorevole a Rusconi. Nella vetrina dedicata agli strumenti che appartenevano all’Istituto di geodesia al tempo di Vincenzo Brunacci troviamo tre astrolabi, dei compassi, una bussola e la ricostruzione in legno di una delle conche del naviglio di L. da Vinci. Nella medesima sala sono presenti anche la litologia umana di Brugnatelli e il materiale vulcanico raccolto da Spallanzani nel viaggio delle due Sicilie, oltre ad opere, manoscritti, strumenti d’epoca precedente allo Scarpa. Di Gaspare Aselli, in particolare, è esposta una lettera autografa del 28 febbraio 1608 riguardante il suo soggiorno e magistero a Pavia, insieme con un volume d’appunti autografi, nei quali è trattata la sua scoperta dei vasi chiliferi, e un raro esemplare dell’opera De Lactibus sive lacteis venis, quarto vasorum mesaraicorum genere novo intervento .