6.05.2008

Sale dedicate a personaggi illustri


Sala Scarpa

Come si entra nella sala ci si accorge subito che è piena di preparati anatomici e disegni originali, in perfetto stato di conservazione. Sono stati eseguiti nella seconda metà del 1700 personalmente dallo stesso Antonio Scarpa. Alcune di queste furono oggetto di sue pubblicazioni a stampa ed hanno il significato di vere e proprie scoperte, come quelle dell’orecchio interno, dei nervi del cuore, del tragitto anatomico nelle ernie inguinali, del nervo olfattivo e del nervo nasopalatino.
Di Scarpa vi sono anche alcune lettere ed appunti firmati. In particolare si ricorda una sua autobiografia redatta forse in occasione del suo collocamento a riposo, o, come scriveva, giubillazione. Nella stessa sala è sicuramente da ammirare lo strumentario chirurgico in avorio e argento donato allo Scarpa da Napoleone I, conservato nella scansia accanto all’esemplare latino del prezioso in-folio dell’Instrumentarium chirurgicum, scritto e donato da Alessandro Brambilla a Scarpa e poi passato a Porta. Un’altra bacheca contiene alcuni dei pezzi più significativi del Museo di Storia Naturale che furono descritti e ricordati da Lorenzo Mascheroni nel poemetto Invito a Lesbia Cidonia, con un ritratto del grande matematico e poeta. In due teche sono custodite due cere anatomiche così ben realizzate da sembrare reali, capolavori di Clemente Susini. Raffigurano un uomo e una fanciulla ed illustrano il sistema circolatorio e gli organi interni della cavità toracica. Nella vetrina situata a destra della porta troviamo un preparato a secco dei reni e delle vie urinarie dello stesso Scarpa che mostra le gravi condizioni di questi organi, causa determinante della sua morte. Era d'uso ai tempi asportare gli organi che avevano causato la morte del paziente. Nella stessa bacheca, troviamo la vescica con ipertrofia prostatica, di Lazzaro Spallanzani, accompagnata dal fascicolo della Storia della malattia e della morte del profess. Spallanzani di Valeriano Luigi Brera e l’aneurisma dell’aorta che fu la causa della morte del geofisico Brunacci. Vi sono anche i plastici in cera di pustole vacciniche delle mammelle di vacca e di piedi di cavallo, fatti eseguire da Pietro Moscati; una raccolta di crani di uomini rappresentativi; come Giovanni Gorini, Giuseppe Moretti, Pasquale Massacra (pittore pavese) di Antonio Bordoni ed altri minori; e le riproduzioni in gesso dei crani di Ugo Foscolo, di Alessandro Volta, di Francesco Petrarca, di Gian Galeazzo Visconti. Nella seconda scansia a muro si trova una raccolta di preparati e relative fotografie colorate che appartenevano ad Angelo Scarenzio; una raccolta di preparazioni anatomiche di Jacopo Rezia e un suo progetto per la costruzione di un gabinetto e di un teatro anatomico non eseguito e sostituito, invece, da quello di Scarpa. Di Bartolomeo Panizza sono conservati autografi, disegni originali ed alcune tavole delle sue opere sui vasi linfatici e relativi rami e disegni riguardanti lo studio delle vie ottiche e del centro corticale visivo. La raccolta di preparati microscopici di Panizza segna il passaggio dalla osservazione microscopica in luce diretta a quella in luce riflessa. In un’apposita vetrina è esposto il plastico in cera dell’apparato uditivo umano ricostruito in base alle scoperte ed alle vedute di Scarpa, esecuzione del suo allievo Panizza. Questo plastico fu inviato all’esposizione di Londra del 1862 e riscosse molto successo. Di Mauro Rusconi ammirabili sono le illustrazioni delle sue opere, cioè riproduzioni di disegni eseguiti da lui con vero senso ed abilità artistica ed anche un bell’autoritratto. Vi è anche un interessante manoscritto firmato, che è un frammento di una lettera nel quale è esposta, dal suo punto di vista, la polemica avuta a proposito del sistema linfatico dei Rettili col Panizza, in una memorabile seduta dell’Istituto lombardo di Scienze e lettere. Tale polemica è ricordata anche dai biografi di Panizza con commento evidentemente non favorevole a Rusconi. Nella vetrina dedicata agli strumenti che appartenevano all’Istituto di geodesia al tempo di Vincenzo Brunacci troviamo tre astrolabi, dei compassi, una bussola e la ricostruzione in legno di una delle conche del naviglio di L. da Vinci. Nella medesima sala sono presenti anche la litologia umana di Brugnatelli e il materiale vulcanico raccolto da Spallanzani nel viaggio delle due Sicilie, oltre ad opere, manoscritti, strumenti d’epoca precedente allo Scarpa. Di Gaspare Aselli, in particolare, è esposta una lettera autografa del 28 febbraio 1608 riguardante il suo soggiorno e magistero a Pavia, insieme con un volume d’appunti autografi, nei quali è trattata la sua scoperta dei vasi chiliferi, e un raro esemplare dell’opera De Lactibus sive lacteis venis, quarto vasorum mesaraicorum genere novo intervento .

1 commento:

Luca ha detto...

Questa sezione mi piace un sacco!!! Ha un non so che di crepuscolare e splatter!!! La statua di cera è un capolavoro!!!