Il Museo nacque nel 1932 in occasione del primo centenario della morte di Antonio Scarpa, fondatore della Scuola Anatomica pavese. A quell’epoca il museo accoglieva scritti autografi, opere a stampa e preparazioni anatomiche dello stesso Scarpa e di altri anatomici come Giacomo Rezia e Panizza. Il materiale anatomico divenne il primo nucleo dell’attuale allestimento museale, inaugurato ufficialmente nel 1936. Nel secondo dopoguerra, alla sezione di Medicina fu aggiunta la sezione di Fisica, dedicata ad Alessandro Volta. Oggi il Museo oltre a contenere preparati anatomici, strumenti di fisica e chirurgia, conserva anche documenti relativi alla storia dell’ateneo e cimeli.
La Sezione di Medicina si articola in tre sale, intitolate rispettivamente all’anatomico Antonio Scarpa, al patologo chirurgo Luigi Porta, all’istologo e patologo Camillo Golgi.
La Sala Porta è invece in gran parte dedicata ai preparati anatomici riguardanti il sistema circolatorio. Conservati a secco, in alcol o in soluzione di formaldeide, questi reperti testimoniano interventi chirurgici o la risposta a situazioni sperimentali. Accanto a questo materiale sono conservati anche volumi e cartelle cliniche. I pezzi della collezione che destano più curiosità sono la testa e le dita dell’anatomico Antonio Scarpa, conservati in alcol in una teca di vetro. Alcuni spiegano l’esistenza di questi oggetti associandoli al vero e proprio culto che sarebbe nato attorno al professore, mentre secondo altri fu talmente odiato dai suoi collaboratori da giungere a mutilarlo dopo la morte avvenuta nel 1832.
La Sala Golgi accoglie oggetti, manoscritti e appunti delle lezioni di Camillo Golgi, del suo carteggio e l’attestato originale del Premio Nobel assegnatogli nel 1906. Nella stessa sala sono conservati anche reperti di altri medici, tra cui gli strumenti utilizzati da Negri e altri scienziati illustri.
La sezione di Fisica comprende due sale: il gabinetto di fisica di Alessandro Volta e il gabinetto di fisica dell’800. Nella prima sala sono conservate le menzioni di Volta e gli strumenti da lui utilizzati per ricerca e didattica. Nella seconda sala sono esposti gli strumenti inventati o utilizzati dai successori alla cattedra di fisica nel corso dell’800.
Le origini della collezione di strumenti della sezione di Fisica del Museo per la Storia dell'Università risalgono all'antico Gabinetto di Fisica, fondato nel 1771 all'atto della riforma dell'Università di Pavia voluta dall'Imperatrice d'Austria Maria Teresa, che allora regnava sul Lombardo-Veneto, e poi dal successore, Giuseppe II. Al Gabinetto, che fu subito dotato di ampi spazi, vennero successivamente annessi il Teatro Fisico (attuale Aula Volta) ed una torre per le osservazioni meteorologiche. Dal 1778 fu chiamato a ricoprire la cattedra di Fisica Sperimentale a Pavia il comasco Alessandro Volta il quale arricchì il Gabinetto con numerosi strumenti acquistati durante i suoi viaggi in Europa e con molti altri, da lui stesso ideati e realizzati con l'ausilio di validissimi artigiani. Molti degli strumenti, oltre che per attività di ricerca, venivano utilizzati da Volta per esperienze pubbliche, tenute due volte la settimana, da Dicembre a Giugno, alle quali partecipavano, oltre agli studenti (per i quali il Professore teneva lezioni quotidiane), numerosi spettatori. La raccolta di strumenti, finalizzata sempre alla didattica ed alla ricerca, proseguì con i successori di Volta, in particolare con Giuseppe Belli (Direttore del Gabinetto dal 1842 al 1860), che la incrementò anche con strumenti di propria invenzione, e con Giovanni Cantoni (dal 1860 al 1893). Un inventario stilato poco dopo la sua scomparsa segnala che il Gabinetto di Fisica alla fine del secolo scorso annoverava più di duemila pezzi. Non tutti questi strumenti sono purtroppo giunti sino a noi: alcuni dei più preziosi andarono infatti distrutti nell'incendio del padiglione della mostra allestita, in occasione delle celebrazioni voltiane per il centenario dell'invenzione della pila, nel 1899 a Como, dove il Gabinetto di Fisica aveva inviato gran parte degli strumenti di Volta, molti furono distrutti dall'uso, altri andarono persi nei traslochi succedutisi nel corso degli anni, l'ultimo dei quali imposto dalla Seconda Guerra Mondiale. Gli strumenti rimasti, circa mille, rappresentano una ricca collezione, la cui peculiarità, rispetto ad altre collezioni formatesi a scopi museali, consiste nell'offrire una visuale sull'evoluzione della ricerca e della didattica universitaria del secolo scorso. Oggi la sezione di Fisica è articolata in due sale: il Gabinetto di Fisica di Volta, inaugurato in occasione della giornata di apertura delle celebrazioni per il bicentenario dell’invenzione della pila (20 marzo 1999), e il Gabinetto di Fisica dell’Università che raccoglie gli strumenti ideati o acquistati dai successori di Volta sulla cattedra di Fisica.
1 commento:
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